Mio padre, da appassionato di cinema, spesso mi portava a vedere film nelle seconde visioni (quelle sale nebbiose piene di fumo di sigaretta). Nel 1977 (avevo dieci anni) in televisione, molto prima della sua effettiva distribuzione nelle sale, vi fu una massiccia campagna promozionale di Guerre Stellari (Star Wars) di George Lucas, e cominciai insistentemente a chiedere di andare a vederlo.
Al cinema ci trovammo di fronte a un film che iniziava con una danza di pianeti e primati che combattevano per la loro sopravvivenza. Insomma per uno strano scherzo del destino (e grazie alla furba iniziativa di un esercente) guardammo – per sbaglio – 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
Mi annoiai molto fino a quando cominciò la sequenza dello “Stargate”. Si aprì un mondo: un vero “taglio dell’occhio” alla Luis Buñuel . Mi immersi completamente in quel magma psichedelico di immagini, colori e suoni. Sognai quella sequenza diverse volte per circa una settimana, e cercai di conservarla nella mia memoria riproducendola con colori acrilici buttati su grandi fogli di carta. Un’autentica ossessione. Volevo fare quella cosa: e da lì iniziò tutto.